“Era il 2008,era la vacanza della “matura” come dicono in tanti.. la vacanza della spensieratezza, di quel breve lasso di tempo che sai che ti divide dal mondo dei grandi.
La meta era fissata da tempo: Ibiza. L’idea anche: perdersi con la testa e abbandonare qui in Italia quei bravi ragazzi che eravamo..anche se,ovviamente,quella rimase solo un’idea!
Arrivati in hotel,gli animatori proposero fondamentalmente poche cose: serate, serate eee serate..ma in mezzo a tutto questo, a qualcuno scapparono le parole “gita-Formentera”. Parti per Formentera con tutto il necessario: la tua vacanza perfetta inizia da qui!
L’occasione era lì, la soluzione di comodo per tutti anche: certo, non eravamo di quelli che “guai a chi si alza e va in spiaggia la mattina presto, siamo qui esclusivamente per goderci le serate” ed allora mezza giornata a Formentera, chi ce la vietava?!
Dopo qualche giorno ci accordammo con un gruppo di ragazze conosciute in spiaggia, biglietti, mappe, consigli e creme solari (soprattutto le creme solari!) tutti a portata di mano.
Prendere il traghetto fu più difficile del previsto, e non solo perché si veniva da una lunga serata: il biglietto c’era si, ma c’erano anche un centinaio di persone in più di quelle previste in attesa del trasporto! Ricordo che un ragazzo si lanciò a traghetto ormai partito, pur di prenderlo: Formentera andava vissuta tutta, e tutta con gli amici..e lui era rimasto l’unico a terra!
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Durante la tratta prendevamo nota dei consigli di chi c’era già stato a Formentera, e non poteva non tornarci prima di ripartire.. i consigli erano suddivisi tra quelli buoni (si,ancora tanta, tanta crema solare) e quelli ancora più buoni (dove noleggiare i motorini, in che spiagge fermarsi, che bar frequentare ecc)..e noi li seguimmo!
Come da programma, la prima idea fu quella di prendere subito i motorini appunto, anche un po’ fregandocene dei prezzi e di trovare il miglior noleggiatore: il tempo era poco e volevamo goderci l’isola.
Piccolo giro turistico tra le bancarelle e poi via, un bel tour di quella che potrebbe essere stata un’ora come un minuto.. lì, lì a Formentera noi bravi ragazzi perdemmo la testa, lì il tempo si fermò. Il sole che rifletteva sui Rayban, la pelle accarezzata dal vento, i su e giù per le strade di quella che per noi divenne la “The Beach” di DiCaprio…ovunque ti girassi, ovunque guardassi, poteva essere una zona più “selvatica”, potevi essere sopra il mare, comunque ti sentivi in pace in quel posto che aveva mantenuto la sua bellezza nelle cose naturali, perché ecco, questa fu per me la grossa differenza rispetto a Ibiza: per quante “cose” potesse offrirti Ibiza, la maggior parte di esse erano costruite.
Formentera invece, era quel posto che magico lo era naturalmente, non avevi bisogno di discoteche o altro per sballarti, bastava la sabbia rosa, bastava l’azzurro del mare così chiaro e limpido, come quello che da piccoli si disegna su un foglio di cart, bastava il sole, ed allora benedicevi chi ti aveva stressato fino a poche ore prima per la crema solare ed il cappello (rigorosamente di paglia)!
“E se sei arrivato fino a qui, forse, hai voglia di andare un po’ più lontano”, citando uno dei miei film preferiti, ed è proprio quello che facemmo. La spiaggia non poteva essere una qualsiasi, avevamo deciso che quel giorno sarebbe dovuto diventare indelebile nei nostri ricordi. Quei bravi ragazzi, per un istante dovevamo lasciarli a casa. Fu così che girando e rigirando, trovammo un angolo di Paradiso vuoto. Come dicevo, non era la folla quella che volevamo, non la musica a 100 e passa dB anzi, volevamo proprio una pausa da tutto questo. Così ci rifugiammo in quel lembo di terra dove nessuno poteva vederci, nessuno poteva vederci mentre ci liberavamo da timidezza, vergogna e chi più ne ha più ne metta.
Ebbene sì ,facemmo i nudisti!
Fa ridere per me solo a dirlo, non per qualsivoglia giudizio su chi lo fa naturalmente eh, sia chiaro, ma perché ero io quello che lo stava facendo! Furono due delle ore più belle della mia vita, credetemi. Dopo un iniziale imbarazzo, ogni atteggiamento divenne spontaneo. Eravamo noi al naturale, in mezzo ad un posto che era la meraviglia della natura, e ancora oggi, rivedendo le foto di quei momenti, con i costumi lanciati per aria, provo la stessa sensazione di pace e di felicità di allora.
L’ora del pranzo giunse, ahimè, molto, troppo in fretta, e la riconoscemmo non tanto per la fame, quanto per il caldo esagerato che si cominciava a percepire. Anche l’acqua era nel kit “survivors” che ci avevano consigliato, ma cominciava a scarseggiare. Trovare un bar a Formentera non è difficile, trovarne uno carino, nemmeno! L’italiano medio è accolto al meglio e più che volentieri, pur non essendo un VIP, anche se, a volte, i prezzi ti fanno credere di esserlo!
A noi bastò un gelato veloce, un cocktail per un brindisi di rito e poi di nuovo alla scoperta dell’isola. Stavolta per davvero a cercare le Very Import People!
Fu così, che affidandoci ai racconti di chi avevamo incontrato in traghetto, provammo ad andare in una delle spiagge più famose dell’isola “playa de ses illetes”.
Qualcuno di noi si arenò su quella lunga lingua di sabbia bianca, la fatica cominciava a farsi sentire e un po’ di ristoro non poteva far male, ma tra quei qualcuno non eravamo presenti io e il classico amico che “dai, andiamo a fare un giro!”
Così partimmo, tra famiglie, coppiette, compagnie, c’era un po’ di tutto. C’era il caos, c’era la folla, di nuovo, e poi d’improvviso c’era la quiete, quando passavi tra le zone che non erano considerate “di interesse”.
Ci fu poi lei, la grande protagonista di questo lembo di spiaggia, la sabbia rosa.
Rimasi abbagliato, di nuovo, ancor più di quando vidi il mitico Pippo Inzaghi e le sue accompagnatrici, perché ancora una volta, quello che la natura mi stava mostrando era per me qualcosa di nuovo ed unico, una spiaggia si, ma una spiaggia che ti affascinava per la sua purezza, per i suoi colori veri, vivi, e quando il sole comincia a calare, quando vedi quell’enorme palla rosso fuoco immergersi nel mare e rendere tutto ancor più magico, non puoi far altro che sederti, in silenzio, ad imprimere nella mente un ricordo che sai non dimenticherai mai.
Il tempo ormai era volto al termine, e i bravi ragazzi che erano in noi si erano ormai già organizzati per riportare indietro i mezzi, senza dover fare le cose di fretta. Abbandonammo la spiaggia, abbandonammo una meraviglia che invidiavamo a chi vi sarebbe rimasto anche solo per una piccola frazione di tempo in più rispetto a noi. Un ultimo aperitivo, in attesa del traghetto e poi… poi la classica morte, quella fisica, quella cerebrale, quella dei bambini che si sono divertiti come matti, che hanno dato tutto, si sono goduti tutto, ed ora sorridenti, quel tutto cercano di riviverlo sognando!
Ciao, Alessandro