Negli anni ’70, Formentera era ancora un angolo di paradiso relativamente sconosciuto, un luogo dove la bellezza naturale regnava sovrana e il turismo di massa non aveva ancora preso piede. Questa piccola isola delle Baleari, situata a pochi chilometri da Ibiza, rappresentava una meta privilegiata per chi cercava tranquillità, spiagge incontaminate e un’atmosfera bohémien.
Negli anni ’70, Formentera era conosciuta principalmente da hippie e viaggiatori alternativi, attratti dal suo fascino autentico e dalla bellezza selvaggia. Le strade erano sterrate, le infrastrutture basilari e il turismo era ancora agli albori. Gli isolani vivevano principalmente di agricoltura e pesca, mantenendo uno stile di vita semplice e tradizionale.
La bellezza di Formentera risiedeva nelle sue spiagge deserte, come Playa de Ses Illetes e Cala Saona, dove la sabbia bianca e le acque cristalline offrivano un ambiente idilliaco per chi cercava di fuggire dalla frenesia della vita moderna. Non c’erano grandi alberghi o complessi turistici; le poche strutture disponibili erano gestite da famiglie locali e offrivano alloggi semplici ma accoglienti.
Formentera divenne una meta privilegiata per i membri della controcultura hippie, che la scelsero come rifugio per la loro ricerca di libertà e autenticità. Questa comunità portò con sé un’atmosfera di pace e amore, contribuendo a creare un ambiente rilassato e tollerante. I colori, la musica e l’arte si mescolavano nella vita quotidiana, trasformando l’isola in un luogo vibrante di creatività.
I mercati artigianali e le feste all’aperto erano comuni, e i visitatori condividevano le loro esperienze in un clima di convivialità e apertura. Formentera divenne un simbolo di libertà e di evasione, attirando artisti, musicisti e pensatori che cercavano ispirazione nella sua bellezza naturale.
Negli anni ’70, la gastronomia di Formentera era essenziale, ma ricca di sapori autentici. I piatti tradizionali erano a base di pesce fresco, ortaggi e prodotti locali. Le taverne e i ristoranti servivano ricette semplici, come il “peix sec” (pesce essiccato) e la “sobrasada”, un salume tipico delle Baleari. Le cene si svolgevano spesso all’aperto, sotto il cielo stellato, con il suono delle onde che facevano da sottofondo.
Con l’avvicinarsi degli anni ’80, Formentera cominciò a subire una lenta trasformazione. L’arrivo del turismo di massa portò nuove opportunità economiche, ma anche sfide per la preservazione dell’ambiente. Tuttavia, negli anni ’70, l’isola rimaneva un luogo intatto, dove la natura e la cultura locale coesistevano in perfetta armonia.
Oggi, Formentera è conosciuta in tutto il mondo per le sue meravigliose spiagge e il suo spirito unico. Anche se il turismo è cresciuto notevolmente, l’eredità di quegli anni ’70 vive ancora. L’isola continua a richiamare viaggiatori in cerca di bellezza naturale e autenticità, mantenendo un equilibrio tra sviluppo e conservazione.
Formentera negli anni ’70 era un luogo magico, un paradiso naturale dove il tempo sembrava essersi fermato. La sua bellezza incontaminata, la cultura bohémien e la semplicità della vita quotidiana la rendevano una meta unica, che ancora oggi affascina e incanta chi la visita.